Storie di ordinario abilismo. Sofia Righetti e il Giardino dei tarocchi

Il Giardino dei Tarocchi

Durante quella che avrebbe dovuto essere una vacanza per «rigenerarsi dallo stress da attivista», la scorsa settimana (26-31 luglio), Sofia Righetti ha denunciato sul suo profilo Instagram (@sofia_righetti) due episodi di discriminazione che hanno fatto molto discutere.

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La vacanza prevedeva, tra le altre cose, una visita alla Tomba di Tiburzi e al Giardino dei Tarocchi, entrambi in provincia di Grosseto.  Dopo aver scoperto che la Tomba di Tiburzi non è accessibile alle persone disabili, Righetti e il compagno si recano al Giardino dei Tarocchi, area verde situata a Pescia Fiorentina, popolata – come suggerisce il nome – da grandi statue ispirate alle figure dei tarocchi.

La prima difficoltà si presenta sul sito del Giardino, in cui le informazioni per le persone disabili – denuncia Sofia Righetti – sono poco chiare. Il portale, al momento dell’acquisto dei biglietti, parla genericamente di «accessibilità parziale», mentre per quanto riguarda le tariffe «C’è scritto semplicemente “invalidati” gratis», spiega in seguito Righetti. «Invalidati. E non c’è scritto niente in merito gli accompagnatori».

Il racconto prosegue di male in peggio. Arrivatə al parcheggio davanti al cancello per l’accesso dedicato alle persone disabili, Righetti e il compagno aspettano venti minuti prima che qualcuno dica loro di andare in macchina fino alla piazza dove inizia il parco, in modo da accompagnare la persona in carrozzina. La macchina, però, va riportata indietro, perché non esiste un parcheggio riservato per le persone disabili. Nella sua diretta Righetti sottolinea:

«E se fossi stata io a guidare? Cosa faccio, vado su con la macchina e poi? Come faccio a riportarla giù?».

Una volta arrivati nella piazza, scoprono che il giardino si sviluppa in salita e che le varie statue che rappresentano gli arcani sono in luoghi non accessibili (ci si arriva solo salendo degli scalini).

«A quel punto ho aperto Google – racconta Righetti. «Sul sito non c’è scritto niente, l’unica cosa che ho visto prenotando il biglietto è che c’è scritto: accessibile ai cani, non si può fumare, un riferimento alla boutique e il simbolo della carrozzina con scritto “accessibilità parziale”. Ma (…) accessibilità parziale significa che al massimo ci possono essere un paio di statue che non puoi vedere, non tutto il giardino».

Il compagno di Righetti, infatti, allontanatosi per chiedere informazioni, scopre in quel momento che è tutto il parco a non essere accessibile. Lo stupore è grande, perché nessuno aveva pensato di informarli: né tramite il sito, né in biglietteria.

Per evitare di rovinarsi completamente la giornata i due provano comunque a visitare il giardino, ma l’esperienza è disastrosa: «Sono scoppiata a piangere dal nervoso» ha raccontato Righetti sui social.

«I miei diritti in quanto persona disabile e in quanto turista disabile venivano calpestati per l’ennesima volta. (…) E non calpestano solo te, ma anche la persona con cui sei. Anche il mio fidanzato non poteva vedere nulla. (…) Mi ha dovuto prendere in braccio: prendeva me portandomi su per le scale e mi lasciava su una panchina, poi scendeva giù, prendeva la carrozzina, tornava giù e prendeva il triride. Dopodiché io risalivo sulla carrozzina e provavamo a girare così, e abbiamo continuato per tre ore. Il problema è che le persone non ci pensano a queste cose, se non quando vedono queste scene vergognose».

Il Giardino dei Tarocchi è un’attrazione tra le più famose in Toscana ed è l’unica nel suo genere. Righetti ha raccontato anche di un incontro avuto con un’architetta, durante la visita: «Mi ha detto che i progetti iniziali delle opere risalivano al 1966, e così sono rimaste. Nel ‘66 c’era ancora un’apartheid in Italia nei confronti delle persone disabili. C’è ancora nel 2021. Se nel ‘66 non era prevista l’esistenza dei turisti disabili adesso sono passati degli anni e si possono trovare delle soluzioni. Si possono mettere delle rampe per salire. Il problema è che per l’ennesima volta la presenza e l’esistenza delle persone disabili non è minimamente contemplata. E oltre a questo anche sul sito del Giardino dei Tarocchi non è contemplata l’esistenza dei turisti disabili. (…) Se non fosse per il fatto che sono leggera, ho equilibrio e ho una carrozzina manuale che pesa 6kg, a me nessuno mi spostava da lì. Così come se non fossi stata con una persona che ha la forza fisica di sollevare 45 kg del mio corpo più 6 kg di carrozzina e altri 10 kg di triride. E in tutto questo la mancanza di comunicazione è totale. Già è vergognoso che un parco così importante non sia fruibile dalle persone in carrozzina, in più scrivono “accessibilità parziale”. Sì, nel senso che arrivi all’inizio della piazza e poi devi andare via».

«Come se non bastasse anche per uscire dal giardino abbiamo avuto difficoltà – aggiunge Righetti – dato che il cancello per l’accesso dedicato alle persone disabili non ha un campanello posto in modo che sia possibile premerlo dall’auto, al posto di guida, allungando una mano fuori dal finestrino. Il campanello era posto vicino al cancello. Se io fossi stata da sola cosa facevo? Avrei dovuto suonare il clacson?»

«Per l’ennesima volta succede qualcosa che mi rovina le vacanze, mi rovina un momento che per tutte le persone è un momento di serenità, ma se sei disabile diventa un inferno. E se sei partner, genitore, amicə di una persona disabile, diventa un inferno anche per te. Perché l’abilismo, come dico sempre, non colpisce solo noi persone disabili, colpisce anche tutte le altre persone che abbiamo attorno».

Cala Violina

Vista di Cala Violina al tramonto (insenatura sul mare)
Foto di Christian Melegari

Purtroppo non finisce qui. Qualche giorno dopo Sofia Righetti torna sui social per denunciare un altro episodio di discriminazione, questa volta avvenuto a Cala Violina, spiaggia in provincia di Grosseto.

Ancora una volta il sito web del luogo non ha informazioni sull’accessibilità. Righetti e il compagno devono recarsi all’Ufficio del Turismo per avere informazioni e avere il “pass” per accedere a un passaggio riservato alle persone disabili. L’operatore dell’Ufficio chiede fino a che ora avrebbero avuto bisogno del permesso: 19, 19.30 – rispondono.

Nessuno aveva detto loro che l’orario era necessario perché all’uscita si sarebbero trovati davanti una sbarra, chiusa con un lucchetto che doveva essere aperto da un operatore.

Il permesso evita ai due un tragitto a piedi di 4 km, ma una volta arrivatə al parcheggio si accorgono di un pezzo di strada in forte pendenza. Come ricorda Righetti, anche in queste situazioni essere accompagnatə diventa indispensabile, perché da solə, con una carrozzina, non è possibile percorrere una strada del genere.

Righetti e il compagno decidono di andar via proprio intorno alle 19.00: «Saliamo in macchina e arriviamo dove c’è la sbarra – ha raccontato l’attivista – quando vediamo che è chiusa a chiave con un lucchetto. Non sappiamo cosa fare, quindi il mio compagno scende e va a vedere se c’è qualcuno nella biglietteria del parcheggio». Mentre il compagno è via, Righetti rimane in macchina. Le si avvicina un addetto, sulla sessantina, che le inveisce contro e le chiede di fargli vedere il permesso. L’orario di uscita indicato (le 19) è trascorso da venti minuti, e per questo l’uomo inveisce contro Righetti, che cerca di spiegargli che nessuno aveva detto loro che ci sarebbe stata la sbarra, e che comunque hanno impiegato del tempo a salire per portare sedie, ombrelloni e quant’altro. Ma l’uomo non vuole sentire ragioni, e aggiunge il carico: «La prossima volta eviti di venire», dice.

«Questo è il trattamento destinato ai turisti disabili», ha commentato Righetti. «Posso dire che sono un po’ stanca? Lo sono. Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere qua a Grosseto in Toscana. Tra il Giardino dei Tarocchi di due giorni fa e questo… Hai la sensazione che la tua presenza non sia desiderata. (…) Non è la prima volta che succede. (…) Sono stanca. Dovremmo andare anche a vedere il Giardino dei Suoni ma sinceramente non ho voglia perché ho paura di quello che potrebbe succedere. Per chiunque andare in vacanza è bello, serve a ricaricare le energie, ma se sei una persona disabile diventa un incubo perché la tua presenza non solo non è prevista ma è indesiderata. Pensiamoci e facciamo qualcosa».

Due reazioni molto diverse 

È curioso però, come sottolinea Righetti stessa, osservare come siano state diverse le reazioni da parte di chi ha commesso la discriminazione. Da una parte, infatti, c’è la reazione del Giardino dei Tarocchi. La Fondazione, rimasta in silenzio per i cinque giorni successivi, ha poi pubblicato un post che, se possibile, ha persino peggiorato la sua posizione. 

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Delle scuse ufficiali, che sarebbero state il minimo, non sono arrivate. Inoltre, sulle maggiori piattaforme di recensioni (come TripAdvisor o Google) sono scomparsi i molti commenti fatti a seguito dell’appello dell’attivista, i quali denunciavano ciò che era successo e che evidenziavano come il parco non fosse accessibile per le persone in carrozzina.

Non sappiamo se sia stata la struttura a chiedere la rimozione dei commenti, o se l’eliminazione sia automatica quando le recensioni arrivano in massa, anche da persone che non hanno visitato in prima persona il luogo recensito. 

Dall’altra parte abbiamo invece la realtà di Cala Violina, nel comune di Scarlino (GR), la cui sindaca Francesca Travison, per accertarsi di cosa fosse successo, ha contattato direttamente Sofia Righetti. Travison ha assicurato che avrebbe preso seri provvedimenti nei confronti di chi umilia lə turistə disabili, promettendo che trattamenti del genere non sarebbero più capitati né a lei né ad altre persone disabili. 

Righetti è stata poi nuovamente contattata dal Comune, che le ha chiesto consigli su come rendere la spiaggia più accessibile e invitandola a fare un sopralluogo con l’obiettivo di migliorare la spiaggia. L’attivista ha rimandato l’invito per tentare di godersi gli ultimi giorni di vacanza, accettando di tornare nei prossimi mesi.

Le due esperienze vissute da Sofia Righetti in quanto turista in carrozzina rappresentano bene quanto succede a molte persone in tutta Italia e non solo, e fornisce tra le altre cose un esempio, ahinoi, del perché Proud Travelers esiste e del perché sia necessario continuare a fare informazione e formazione nelle realtà legate al mondo del turismo.

Come afferma Righetti stessa, ora lei avrebbe bisogno di una vacanza per riprendersi dalla vacanza, che è stata motivo di stress e di difficoltà, che hanno sicuramente influito negativamente sulla sua salute mentale. 

Se per la maggior parte delle persone la vacanza è sinonimo di relax e di spensieratezza, questo non rappresenta la realtà di molte persone facenti parte di comunità che nel 2021 continuano a essere discriminate.

Il fatto che nel sito ufficiale del Giardino dei Tarocchi non ci fossero indicazioni indirizzate alle persone con disabilità motorie e che il personale non fosse informato rappresenta la scarsa considerazione tenuta nei confronti delle persone disabili e turiste. 

Il fatto che non si possa parcheggiare all’inizio del percorso, ma a mezz’ora di distanza (dando quindi per scontato che chi guida lasci la persona in carrozzina al parcheggio, per poi tornare indietro in auto e raggiungerla a piedi dopo molti minuti) fa capire alcune cose. 

Dietro questa organizzazione vi è la convinzione errata che le persone disabili non viaggino mai da sole, non guidino, non abbiano lo stesso diritto di tutte le altre persone di divertirsi con spensieratezza in un luogo di cultura.

Questo ripetiamo con Proud Travelers: se pensi che il turismo sia già inclusivo e accessibile, probabilmente quel turismo è stato fatto per te. E in questo caso, al Giardino dei Tarocchi, il turismo non è stato pensato per una turista in carrozzina.

Ci aspettiamo che la Fondazione del Giardino dei Tarocchi cerchi al più presto di modificare l’organizzazione del proprio parco, rendendolo accessibile anche a chi ha disabilità motorie. 

Per questo motivo abbiamo deciso di scrivere una lettera aperta, alla Fondazione e a vari attori e istituzioni del turismo. Invitiamo tuttə voi che ci leggete a firmarla, se condividete il suo contenuto.

Firma insieme a noi su change.org.

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